Sul grande schermo
Nel giornalismo anglosassone la “deadline”, letteralmente “linea della morte”, è il termine ultimo da rispettare per chiudere il giornale e mandarlo in stampa. Giocando su questo doppio significato, nel 1952 il regista Richard Brooks intitolò Deadline uno straordinario film con Humphrey Bogart nella parte di un direttore sul punto di essere licenziato che si batte contro un potente gangster locale. E alla fine, nonostante le minacce, decide di stampare l’ultima edizione del giornale facendo ascoltare al gangster, attraverso la cornetta del telefono, il rumore delle rotative in azione con la celebre battuta “That’s the press, baby, the press. And there is nothing you can do. Nothing”, che in italiano è stata tradotta con “È la stampa, bellezza, e tu non puoi farci niente”. Il film è reperibile in dvd con il titolo L’ultima minaccia, ma se conoscete un po’ d’inglese vale la pena di ascoltarlo nella versione originale. Scoprirete tra l’altro che i distributori italiani dell’epoca non apprezzarono il fatto che il cattivo si chiamasse Rienzi e fosse di chiara origine siciliana, e lo trasformarono in un improbabile Rodzich.
Prima pagina, di Billy Wilder (1974), è ambientato a Chicago nel 1929 e racconta le rocambolesche vicende di un gruppo di giornalisti in attesa dell’esecuzione di un innocente. Si tratta di un remake di un film precedente, tratto da un celebre pezzo teatrale. Le magistrali interpretazioni di Jack Lemmon e Walter Matthau, nei panni rispettivamente di un cronista deciso a lasciare il mestiere e del suo direttore, ne hanno fatto un capolavoro della commedia brillante americana. Ma è anche una magnifica descrizione dei pregi e dei difetti dei giornalisti di quegli anni, cinici, disincantati, e disposti a tutto pur di arrivare sulla notizia prima della concorrenza. Per la carta stampata quella fu l’età dell’oro. E Billy Wilder, che era nato in Polonia e in gioventù aveva fatto il giornalista, la racconta con grande ironia e un pizzico di nostalgia.
Tra i film dedicati al giornalismo di inchiesta, Tutti gli uomini del presidente di Alan Pakula (1976) è forse il più famoso. Racconta la vera storia degli articoli pubblicati dai giornalisti del Washington Post Bob Woodward e Carl Bernstein, interpretati da Robert Redford e Dustin Hoffman, sullo scandalo Watergate: un maldestro tentativo di spionaggio ai danni del partito democratico durante la campagna elettorale per le presidenziali americane del 1972. Nixon era il presidente in carica e fu rieletto. Ma due anni dopo, anche a causa delle menzogne che aveva raccontato per difendersi dalle accuse, fu aperta una procedura di impeachment nei suoi confronti e dovette dare le dimissioni.