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Dentro la redazione

Nei nostri video avete visto una redazione al lavoro. Vi sarete resi conto che la televisione è una macchina complessa, frutto della collaborazione di diverse figure professionali: giornalisti, operatori, montatori, registi, tecnici di studio e dei ponti per la trasmissione del segnale, scenografi, e perfino truccatori in grado di nascondere sotto un velo di cerone le rughe del conduttore.
Anche una questione apparentemente semplice come l’orario di lavoro dei giornalisti richiede molta attenzione. I telegiornali non si fermano mai. Vanno in onda sette giorni su sette, con molte edizioni nel corso della giornata, e in ogni momento deve essere garantita una presenza in grado di far fronte alle emergenze. Ecco un modello di orario settimanale in una redazione organizzata per aree tematiche.
Ammesso e non concesso che le notizie siano state trovate, occorre raccontarle. Il punto di partenza è il sommario, che viene discusso e approvato circa tre ore prima della messa in onda nel corso di una riunione di redazione. Fino all’ultimo sono però possibili modifiche in base agli sviluppi della cronaca.
Questo è il possibile sommario di un telegiornale regionale della durata di 20 minuti.
Come vedete, nel sommario sono indicate le sigle di testa e di coda, i titoli di testa, i servizi “chiusi”, che verranno registrati e montati dai giornalisti rispettando le indicazioni di durata decise nel corso della riunione, e i “vivi” che verranno letti in diretta dal conduttore: le presentazioni dei servizi, le notizie a “secco” o illustrate da immagini fisse, le notizie che verranno coperte da immagini in movimento, montate in precedenza. Convenzionalmente si ritiene che una notizia importante meriti un servizio chiuso, mentre per le notizie minori sia sufficiente un vivo. Ma può anche accadere che non ci sia stato il tempo di preparare un servizio chiuso su un fatto clamoroso, perché appena accaduto o perché le relative immagini non sono arrivate in tempo in redazione. In questo caso ci si dovrà accontentare di “vivo” letto dal conduttore, collocato in testa al giornale per sottolinearne l’importanza.
Basandosi sul sommario i responsabili della edizione e il conduttore provvedono alla stesura del copione, dove ogni foglio corrisponde a un servizio o a una notizia indicata nel sommario. Eccone un esempio.
Nel copione non ci sono soltanto i testi che saranno letti in diretta. Sono anche indicate, con la maggior precisione possibile, tutte le informazioni che servono al personale non giornalistico per evitare errori durante la messa in onda: i titoli, i nomi dei giornalisti degli operatori e dei montatori, la durata dei servizi, e gli eventuali “sottopancia” con i nomi e le qualifiche delle persone intervistate.
Del copione vengono stampate più copie: una per il conduttore, una per il regista, una per il responsabile della edizione, che è presente in regia. La messa in onda, infatti, è una fase delicata, che richiede una grande concentrazione.
Tutto il personale coinvolto deve stare attento a quello che accade ed essere pronto a reagire a guasti ed errori, che sono più comuni di quanto si creda. Il più esposto è naturalmente il conduttore. Che però non è solo.

Teleprompter
Teleprompter o "gobbo".

La regia può dargli indicazioni attraverso un auricolare, e inoltre negli ultimi anni molte televisioni hanno adottato il teleprompter, familiarmente detto “gobbo”: un apparato elettronico che fa scorrere su uno specchio piazzato davanti all’obiettivo delle telecamere il testo dei vivi, e consente al conduttore di leggere senza perdere il contatto visivo con gli spettatori. Occorre però una grande esperienza per parlare senza dare allo spettatore la fastidiosa impressione di recitare, e non tutti i conduttori ce l’hanno.